Attacco di panico: la punta di un iceberg chiamato paura
Ne abbiamo sentito parlare tanto in questi ultimi tempi: l’attacco di panico è caratterizzato da un arco temporale più o meno lungo in cui la paura o il disagio molto intenso si verificano in assenza di un vero pericolo. Di cosa parliamo?
Per farvi un esempio vi riportiamo la storia della mitologia greca a cui è legata l’etimologia di questa parola. L’attacco di panico è legato all’esperienza che viandanti, pellegrini e viaggiatori facevano sul loro cammino. Molte volte, infatti, il dio Pan (metà uomo e metà caprone) si palesava alle sue vittime spaventandole e suscitando in loro un terrore improvviso. Queste ultime, a posteriori, non riuscivano a spiegare agli altri cosa fosse successo e non erano in grado di gestire la forte emozione negativa provata.
Oggi l’attacco di panico è il sintomo della nostra epoca e, in particolare, di questo durissimo anno che sta per giungere al termine. Il lockdown, infatti, ha costretto moltissime persone in una comfort-zone dalla quale si fatica ad uscire, nonostante magari ci sia il desiderio di farlo. Cosa si verifica dunque? Una sorta di lotta interiore tra due parti: una che è continuamente spinta ad abbracciare pienamente la vita, l’altra che spinge a proteggersi da ogni rischio.
Si tratta di una lotta inconscia che, come tale, delega al corpo il modo per esprimerla. Per questo, durante un attacco di panico, si verificano i seguenti sintomi:
- rossore al viso e talvolta all’area del petto;
- capogiri, sensazione di stordimento, debolezza con impressione di perdere i sensi;
- parestesie, più comunemente rappresentate da formicolii o intorpidimenti nelle aree delle mani, dei piedi e del viso;
- difficoltà respiratoria, tecnicamente definita dispnea o soffocamento;
- aumento della sudorazione oppure brividi, legati a repentini cambiamenti della temperatura corporea e della pressione;
- nausea, sensazioni di chiusura alla bocca dello stomaco o di brontolii intestinali;
- tachicardia o palpitazioni, spesso associati a dolori al torace;
- tremori o scatti.
A queste manifestazioni fisiche dell’attacco di panico seguono una serie di sensazioni negativi, quali la paura di perdere il controllo, di impazzire, paura o convinzione di stare sul punto di morire, attacchi di pianto.
Non c’è niente di cui vergognarsi: l’attacco di panico è solo la punta di un enorme iceberg chiamato paura. Dietro un attacco di panico ci può essere la paura di non arrivare a fine mese, la paura di un divorzio, la paura di contrarre il virus, la paura del futuro. Ma queste paure possono essere sconfitte. Come?
La psicoterapia è il percorso più indicato per cominciare a prendere consapevolezza di questi episodi e cercare di capire a cosa sono dovuti. La salute mentale, in questo momento così difficile di pandemia, dovrebbe essere alla stregua di maggiore attenzione. Per questo il Centro Medico Parioli ha deciso di portare avanti fino al mese di dicembre l’iniziativa dello sportello di psicologia per un primo colloquio di counseling psicologico gratuito. Prenota subito il tuo posto! Chiamaci allo 06.80.80.344, scrivici a info@centromedicoparioli.it oppure compila il form alla sezione “contatti”.